Le grandi piattaforme social si sono sempre definite come semplici piattaforme tecnologiche votate alla libera circolazione delle idee: Piazze digitali democratiche in cui ognuno è libero di condividere con il mondo le proprie opinioni. Eppure questo mito è tutt’altro che veritiero.

Chiunque si è scontrato con segnalazioni, post rimossi e account bannati. Una tecnica dei gestori dei social è quella di ridurre la visibilità di certi profili o contenuti senza cancellarli cosicchè gli utenti non se ne accorgono. Documenti interni di Twitter svelati da giornalisti d’inchiesta hanno confermato l’esistenza di un sistema di visibility filter gestito manualmente e volto ad oscurare i tweet e i profili di alcuni utenti. Al controllore del sistema basta inserire l’utente in una blacklist per farlo scomparire dalle ricerche o per ridurre al minimo la diffusione dei suoi tweet. Così si è scoperto che a Meta non piace che si parli troppo di politica. Istagram invece stila un lungo elenco di argomenti considerati sensibili, potrebbero disturbare, offendere , generare disinformazione, ecc ma quali contenuti finiscano in questo filtro non è dato sapere.

Il Fatto quotidiano ha riscontrato la limitata circolazione delle notizie della guerra in Ucraina, le notizie non vengono mai distribuite ai non follower. Invece le notizie sulla repressione in Iran non hanno subito limitazioni. E’ possibile che l’algoritmo ritenga meno divisiva per il pubblico occidentale la questione iraniana rispetto a quella ucraina.

Oltre al potere negativo di blocco le piattaforme dispongono anche di un potere positivo ossia quello di promuovere determinati temi e contenuti. E’ ciò che fa sistematicamente Tiktok che decide a tavolino su quali eventi dirigere l’attenzione degli utenti. C’è uno strumento che permette allo staff di Tiktok di rendere virale qualsiasi video per “promuovere informazioni importanti” . Importanti secondo Tiktok ovviamente.

Quel che emerge è che i social media lungi dall’essere neutri agiscono, organizzano e distribuiscono le informazioni secondo una propria linea editoriale e oggi queste piattaforme contano miliardi di utenti. Il 47% degli italiani dichiarano di informarsi sui social.

Da Millennium 10-23

Written by Franco Rigosi