L’idrogeno non è una fonte energetica
Da un’articolo del Guardian 3-23 Sull’idrogeno si sta diffondendo tanta confusione e la confusione è…
Fino a poche settimane fa, prima del fortissimo aumento dell’energia da fonti fossili e prima del conflitto in Ucraina, le motivazioni per promuovere la transizione ecologica erano la lotta al cambiamento climatico e la tutela della salute delle persone. Oggi sappiamo che la nostra dipendenza da petrolio e gas ha portato ad una ulteriore crescita del loro prezzo, Abbiamo quindi una ulteriore, forte motivazione per impegnarci nella transizione ecologica. Oggi ognuno di noi può attivamente farlo, partecipando alla produzione di energia pulita, grazie alle Comunità Energetiche, ora incentivate anche dalle semplificazioni introdotte dal recente D.Lgs. 199 del 30 novembre 2021, in attuazione della direttiva UE 2018/2001 per la promozione dell’autoconsumo di energia elettrica anche in forma collettiva.
Privati e aziende che possiedono un impianto per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, oltre all’autoconsumo, possono dunque fare rete tra loro; l’energia condivisa, misurata dai contatori, viene incentivata con un contributo riconosciuto dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) per 20 anni. Gli impianti di produzione devono avere una potenza complessiva non superiore a 1 MW ed essere connessi alla rete elettrica attraverso la stessa cabina primaria, quindi un’area molto estesa che può corrispondere ad un territorio di diversi comuni. Sono ammessi solo gli impianti di nuova costruzione o i potenziamenti di impianti esistenti.
I VANTAGGI DELLA COMUNITÀ ENERGETICA : l’adesione ad una Comunità Energetica permette di ottenere: – benefici ambientali dati da una produzione di energia elettrica esclusivamente da fonti rinnovabili e dal fatto che una produzione distribuita evita di dissipare energia in perdite di rete; – un risparmio in bolletta per la riduzione di tutte le componenti variabili (quota energia, oneri di rete e imposte quali accise e Iva) dell’energia consumata e autoprodotta; – la valorizzazione dell’energia prodotta in eccesso rispetto al proprio fabbisogno, sia attraverso i contributi riconosciuti dal GSE, sia grazie alla valorizzazione dell’energia ceduta alla rete; – agevolazioni fiscali: per i privati è possibile detrarre dall’Irpef il 50% dei costi di realizzazione dell’impianto, per le imprese è previsto il super-ammortamento del 130% del valore dell’investimento.