Il test, effettuato da 60 Millions de Consommateurs su 12 tinture per capelli, ha evidenziato come questi prodotti non sono ancora del tutto innocui e permangono dubbi sui loro effetti in caso di esposizione ripetuta nel tempo

La prima differenza fondamentale per questo tipo di prodotti è legata alla presenza o meno di un rilevatore di colore di tipo ossidante che contiene un agente alcalino, che nella maggior parte dei casi è l’ammoniaca. Questa sostanza è considerata ormai un ingrediente indesiderabile per il nostro cuoio capelluto, perché è molto irritante e allergizzante, ed è obbligatorio segnalarne la presenza a partire dal 2%. Ma anche i prodotti con il claim “senza ammoniaca” non sono così innocui perché spesso, al suo posto, contengono l’etanolamina, una sostanza altrettanto preoccupante perché che può generare la formazione di nitrosomine, composti chimici cancerogeni. Inoltre l’efficacia dell’etanolamina sulla colorazione dei capelli è inferiore a quella dell’ammoniaca

I prodotti in commercio, quindi, si dividono sostanzialmente in due categorie: da un lato, ci sono le colorazioni “classiche”,  che funzionano con un rivelatore di colore del tipo ossidante, . Dall’altro lato sono comparse sul mercato numerose tinture naturali, talvolta etichettate come biologiche, . La differenza principale sta nel fatto che queste ultime depositano il pigmento sulla superficie del capello, mentre le colorazioni ossidanti lo fanno in profondità, grazie al famoso agente alcalino  le tinture naturali sbiadiscono più velocemente al lavaggio. Però purtroppo tutte le colorazioni ossidanti si collocano in fondo alla classifica,: contengono numerosi ingredienti con effetti irritanti, allergenici, potenzialmente cancerogeni, perturbatori endocrini, e tossici per l’ambiente.  ancora oggi si trovano ingredienti fortemente allergizzanti come l’ammoniaca, il resorcinolo (o resorcina), sospettato di essere un interferente endocrino, e soprattutto la p-fenilendiammina (PPD). La percentuale di PPD che può essere contenuta in questi prodotti è scesa al 2% (dal 6%) da giugno 2021, ma ci si chiede perché non vietarla direttamente, come avviene per tutti gli altri cosmetici destinati al contatto con la pelle! L’industria si appella alla sua efficacia e alla mancanza di una sostanza alternativa.

Si precisa che i test cutanei preliminari sono inutili, se non addirittura controproducenti, come hanno stabilito gli esperti del Comitato scientifico per la sicurezza dei consumatori nel 2019, poiché è possibile non avere una reazione a un tocco di colorante ma reagire alla colorazione completa.

Da Salvagente 5-24

Written by Franco Rigosi