porte dei negozi sempre aperte ? no grazie
Molti grandi Comuni ( Milano, Firenze Bologna,ecc) hanno fatto decreti nel loro regolamentoi di igiene…
Ad agosto 2020 l’Arera ha liberalizzato la produzione nelle case di questo tipo di impianti. Se hanno una produzione in uscita fino a 350 W, si definiscono p&p e possono essere allacciati a una presa dedicata. In altre parole, bisogna avere una presa, per esempio sul balcone, che è direttamente connessa al quadro della casa con un interruttore dedicato (in gergo tecnico si chiama magneto-termico) Le norme tecniche di costruzione in Italia identificano la spinta del vento, in funzione a dove si sta costruendo, altitudine e quota, zone urbane o meno. L’Italia è divisa in 9 zone del vento, e in base a questo è indicato in genere nel manuale delle istruzioni dove è possibile installarlo e dove no A differenza dei pannelli sul tetto quelli da balcone non vengono associati ad accumulatori d’energia da utilizzare anche quando non c’è il sole. Con un pannello da 350 Wp, se consideriamo in una situazione abbastanza standard, con casa esposta a sud, collocata a Roma, la produzione di un pannello è tra i 450 e i 500 kilowatt/h l’anno. Quindi, il risparmio di consumi può arrivare fino a circa 170 euro l’anno, che vuol dire che per ripagare l’impianto bastano circa 4 anni, dato che tra pannello, kit e installazione, è difficile spendere per una potenza paragonabile meno di 800 euro. E si trovano prezzi persino inferiori, ma attenzione: in alcuni siti è in vendita solo il pannello, senza inverter e struttura per installarlo. Va sottolineato che, mentre con i pannelli sul tetto quello che non consumi lo puoi mettere in rete ricevendo un incentivo chiamato “scambio sul posto”, con il corrispettivo che viene dato direttamente sul conto corrente, con il p&p va tutto in autoconsumo ed eventuali surplus immessi in rete non possono essere remunerati.