La liquirizia fa male? È un dubbio che spesso ritorna e a sollevarlo nuovamente è l’Anses, Agenzia nazionale francese per la sicurezza sanitaria dell’alimentazione, che ha analizzato oltre cento casi di effetti indesiderati, talvolta anche gravi, legati al consumo di prodotti contenenti liquirizia, soprattutto bevande e dolciumi, segnalati tramite il sistema di nutrivigilanza e dai centri antiveleni. I sintomi più frequenti? Ipokaliemia (riduzione del potassio nel sangue) e ipertensione, che aumentano il rischio cardiovascolare.Dalla valutazione dell’Anses emerge chiaramente che un consumo elevato e ripetuto di alimenti e bevande contenenti liquirizia può provocare questi due effetti, potenzialmente responsabili di complicanze cardiovascolari. Donne in gravidanza o allattamento, bambini e persone con patologie cardiovascolari (in particolare ipertensione), disturbi renali o epatici, sono le categorie più sensibili. L’Anses raccomanda di indicare in etichetta la presenza di liquirizia, anche in piccole quantità, o del suo principale principio attivo, l’acido glicirrizico.
Anche perché, sulla base dei limiti massimi autorizzati di acido glicirrizico negli alimenti, l’Anses rileva che circa il 60% degli adulti, e oltre il 40% dei bambini che consumano liquirizia superano il valore tossicologico indicativo, stabilito per questa valutazione.

Per prevenzione evitare la somma di fonti contenenti liquirizia (bevande alcoliche o analcoliche tipo pastis, sciroppi, caramelle, tisane, integratori alimentari).

Da salvagente 6-25

Written by Franco Rigosi