Sul numero di Salvagente di febbraio 24 c’è l’analisi di pesticidi consentiti e vietati su vari frutti esotici ( ananas mango avocado) Come in un gioco di specchi o meglio in un caso di porte girevoli, i pesticidi vietati in Europa – ma esportati e impiegati in paesi extracomunitari – tornano sulle nostre tavole. Ma come è possibile che sostanze vietate in Europa, cacciate dalla porta rientrino, nelle case dei consumatori, dalla finestra? L’agrobusiness purtroppo non conosce confini. Come da anni denuncia la Ong britannica Publich Eye con Greenpeace ha analizzato i dati delle sostanze messe al bando nella Ue ed esportate nei paesi extraeuropei. L’Italia nel 2018 ha approvato l’esportazione di oltre 9.000 tonnellate di pesticidi vietati nell’Unione europea, diventando – all’epoca – il secondo maggior esportatore di fitofarmaci vietati in Europa. Il primo esportatore risultava essere il Regno Unito e, per effetto della Brexit, oggi sarebbe l’Italia il primo esportatore di agrofarmaci banditi perché considerati dannosi per la salute dei consumatori e degli agricoltori. Una sorta di “inquiniamoli a casa loro” che però si trasforma in un boomerang, visto che quelle stesse molecole tossiche tornano sui nostri piatti attraverso la frutta tropicale. Tra le molecole vietate più esportate troviamo l’atrazina, il clorpirifos (accusato di compromettere lo sviluppo cognitivo dei bambini), il trifluralin (sospetto cancerogeno che da solo rappresentava i due terzi delle esportazioni italiane) e l’imidacloprid, l’insetticida accusato della moria negli alveari, vietato dal 2022 nelle nostre coltivazioni ma rintracciato in due prodotti.

L ‘Euroopa deve vietare non solo l’uso ma anche l’esportazione dei prodotti tossici per la salute e per l’ambiente perché la terra è unica e tutto torna, l’ambiente non ha confini 

Written by Franco Rigosi