La richiesta del bando dei Pfas in atto, è giusta ma di difficile realizzazione, visto il potere enorme delle lobby e la complicità dei politici. La giustificazione che essi adducono al mancato recepimento del Bando Pfas, è quella secondo cui la mole di prodotti e aziende coinvolte non consentirebbe un bando totale e immediato dei perfluorati (monomeri, polimeri e derivati) senza creare gravi dissesti economici. Tale posizione, alimentata dalla propaganda delle lobby, è comunque condivisa anche da una parte della popolazione perché ha un suo fondamento reale.

Per affrontare il problema con buone probabilità di successo bisogna modificare la

richiesta promuovendo una legge di iniziativa popolare che obblighi i produttori a dichiarare, in una

etichetta accessibile al pubblico, la presenza e la quantità di PFAS nei propri prodotti.

Parliamo dell’emersione della presenza dei PFAS nelle varie merci, negli alimenti ecc. che ci

consentirebbe di aprire grandi spazi per un’azione collettiva di boicottaggio della produzione e del

commercio dei perfluorati . Parliamo della richiesta di trasparenzaIl problema di fatto verrebbe capovolto:

non sarebbero le istituzioni a bandire i Pfas ma i cittadini a scegliere di non acquistarli.

Le etichette ci consentirebbero finalmente di farlo.

C’è già un sito che elenca dei prodotti senza PFAS , abbigliamento ,scarpe, cosmetici, prodotti per l’infanzia, mobili, stoviglie imballaggi, tessili,ecc

https://pfascentral.org/pfas-free-products/

con le dichiarazioni delle ditte o le analisi

Written by Franco Rigosi