La Ue ha registrato un numero record di potenziali frodi e casi di etichettatura errata dell’olio d’oliva nel primo trimestre di quest’anno, dato che le pressioni inflazionistiche hanno alimentato l’aumento del mercato nascosto di questo alimento base. A dirlo è un approfondimento del quotidiano inglese The Guardian a partire dai numeri ufficiali resi pubblici dall’Unione europea. Il costo dell’olio d’oliva è più che raddoppiato dal 2018, a causa delle condizioni meteorologiche estreme provocate dalla crisi climatica e altri fattori”, scrive il Guardian, “Con l’aumento dei prezzi, è aumentato anche il numero di ‘notifiche transfrontaliere nell’Ue’, che includono etichettature errate, potenziali frodi e casi di sicurezza riguardanti oli contaminati”. Nel primo trimestre del 2018, l’Ue aveva registrato solo 15 casi di questo tipo. Questo numero è salito a un record di 50 casi nei primi tre mesi di quest’anno, più di un triplo aumento,. Tuttavia, questi casi sono solo quelli rilevati e segnalati dagli Stati membri alla direzione generale per la salute dell’Ue. La cifra non include i casi locali e la vera portata della frode è probabilmente molto più alta.  Sono stati segnalati molti casi in cui l’olio extra vergine di oliva è stato giudicato adulterato, ad esempio mescolato con oli di qualità inferiore o più economici, casi in cui l’olio vergine di oliva è stato etichettato come extra vergine (un olio non raffinato di qualità superiore con un’acidità inferiore) e diversi casi di etichettatura di origine fuorviante o falsa”.

Delle 182 notifiche di frode e non conformità relative all’olio d’oliva inviate all’UE dall’inizio del 2023, 54 riguardavano prodotti provenienti dall’Italia, 41 dalla Spagna e 39 dalla Grecia. L’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) in Italia ha completato un programma l’anno scorso che ha sequestrato 380 tonnellate di prodotti oleari per un valore di oltre 2 milioni di euro e ha denunciato 17 persone alle autorità giudiziarie o amministrative per gravi violazioni legate a etichettature false o mancanti, o alla commercializzazione fraudolenta di oli non extra vergini come “extra vergini”. A novembre, le autorità italiane hanno sequestrato 550.000 kg di oli dichiarati come olio d’oliva ma che in realtà consistevano in una miscela di oli vegetali. 

La vigilanza è aumentata.

L’UE ha introdotto nuove regole sui controlli di conformità degli standard di commercializzazione per l’olio d’oliva, nonché metodi per analizzarlo, nel luglio 2022. Un portavoce della Commissione Europea ha affermato che il numero maggiore di notifiche nel sistema non indica un rischio esacerbato per i consumatori. Ha dichiarato: Il numero annuale più alto di notifiche riportate è la prova di migliori scambi tra le autorità competenti degli Stati membri e della loro vigilanza verso le frodi nella filiera agroalimentare”.

Da salvagente 8-24

Written by Franco Rigosi