Vigilanza pubblica non solo autocontrolli aziendali
Le pressioni delle grandi aziende alimentari hanno convinto il legislatore ,anche a livello europeo ,…
Il recente caso dei farmaci della Novo Nordisk contro l’obesità autorizzati nel Regno Unito mostra tutte le falle di un sistema di controllo inefficace. La rivista statunitense Science ha dichiarato “scoperta dell’anno” i nuovi farmaci contro l’obesità e il sovrappeso. Originariamente sviluppati per il diabete e approvati già alla fine del 2014 dalla Food and drug administration (Fda) per il trattamento dell’obesità, questi medicinali hanno preso piede però solo due anni fa, quando una nuova versione sviluppata dalla casa farmaceutica danese Novo Nordisk, la Semaglutide, è stata autorizzata per la gestione di problemi di peso negli Stati Uniti. A marzo del 2023 il settimanale britannico Observer ha rivelato infatti i dettagli di una campagna di pubbliche relazioni dell’azienda, dal valore di 21,7 milioni di sterline, per finanziare donazioni, sponsorizzazioni di eventi, corsi di formazione sanitaria, progetti di beneficenza, onorari di consulenza e altri pagamenti per aumentare la propria influenza nel Regno Unito. A questo si aggiunge la recente decisione dell’Associazione dell’industria farmaceutica britannica (Abpi) di sospendere per due anni e multare Novo Nordisk a causa di una serie di violazioni del codice di condotta che riguardano una campagna promozionale di un altro dei suoi farmaci per la perdita di peso mascherata attraverso webinar online per gli operatori sanitari. La vicenda Novo Nordisk è emblematica perché mostra come le attuali regole sui legami tra industria e medici, operatori sanitari, pazienti e politici non funzionino. Ed evidenzia inoltre quanto scarsa sia la consapevolezza del problema da parte dei professionisti della sanità. Alcuni degli esperti che hanno avuto rapporti economici con Novo Nordisk hanno anche fornito pareri sul farmaco all’ente inglese incaricato di redigere le linee guida sull’uso dei medicinali nella pratica clinica, il National institute for health and care excellence (Nice). Nonostante i potenziali conflitti di interesse, i legami finanziari non erano stati dichiarati. Secondo i giornali britannici, sia per influenzare chi di dovere, comprese associazioni di medici e pazienti, sia per fare promozione commerciale, Novo Nordisk avrebbe speso milioni. Se un codice di condotta, per esempio, proibisce i congressi in resort turistici ma non le sponsorizzazioni di ogni tipo, questo non fa nessuna differenza dal punto di vista dell’influenza che ciò può comportare sulla promozione di certi farmaci, di certi prodotti.
Non esiste quasi nessuna associazione medica che non faccia congressi, ricerche, eventi educativi di vario tipo sponsorizzati dalle aziende farmaceutiche. C’è un pervasivo conflitto di interesse. la quantità di pressione a cui vengono sottoposti gli accademici è molto più alta rispetto a quella del povero medico di famiglia di periferia. C’è poca consapevolezza di questo e molti medici non sanno niente dei determinanti commerciali di salute, vale a dire tutti quei sistemi, pratiche e percorsi attraverso i quali gli attori commerciali influenzano la salute. I ricercatori hanno poi un altro grosso problema, e cioè che i fondi italiani per la ricerca sono scarsissimi. E se un accademico vuole fare ricerca e pubblicare, quasi inevitabilmente dovrà accettare proposte di lavoro in cui la ricerca è in parte o del tutto finanziata da privati. Una soluzione ovvia sarebbe che la maggioranza dei finanziamenti venga da fondi pubblici. Fondi dal ministero della Salute, dalle Regioni, dall’Unione europea oppure fondi non provenienti dal settore farmaceutico, Da Altreconomia 12-23