Negli ultimi giorni in diverse città italiane si sono moltiplicati i sequestri di Labubu contraffatti, i peluche diventati virali sui social grazie a influencer e star dello spettacolo. Prima a Lodi, poi a Genova e Palermo, la Guardia di Finanza ha smantellato un mercato parallelo che riforniva negozi e distributori con migliaia di prodotti falsi, venduti come autentici o comunque in modo da trarre in inganno il consumatore.

A Genova i Baschi Verdi hanno sequestrato oltre 13.500 Labubu falsi, ritrovati in magazzini collegati allo stesso esercizio commerciale del centro storico. I peluche presentavano difetti ricorrenti (orecchie troppo distanziate, numero errato di denti, modelli mai prodotti da Pop Mart) e un QR code che rimandava a un sito clone creato per imitare quello ufficiale della casa madre.

Mentre in Italia si sequestrano intere partite di Labubu contraffatti, in Germania il CVUA Stoccarda — uno dei principali laboratori pubblici che si occupano di sicurezza dei prodotti — ha condotto un’indagine sui peluche-mostro noti come “Labubu” o “Lafufu”.

I risultati sono allarmanti: su cinque peluche analizzati, quattro contenevano livelli elevatissimi di ftalati, plastificanti usati per rendere morbido il PVC. I laboratori hanno individuato concentrazioni di DEHP e DBP superiori anche di 300 volte al limite massimo consentito (0,1 g/100 g). Entrambi gli ftalati sono classificati dall’UE come tossici per la riproduzione, categoria 1B, e pertanto vietati nei giocattoli e negli articoli per l’infanzia.

Le parti in plastica rigida dei peluche – piedi, mani e viso – erano quelle che presentavano la maggiore contaminazione. Inoltre, nessuno dei campioni riportava i dati del produttore o di un responsabile, altra violazione delle norme europee.

Il CVUA ha quindi dichiarato i prodotti non conformi alla commercializzazione,

Un elemento critico emerso in Germania riguarda la classificazione dei peluche-mostro: molti vengono venduti come articoli decorativi e non come giocattoli, pur avendo caratteristiche che li rendono di fatto destinati ai bambini. Questa etichettatura ingannevole permette ad alcuni distributori di aggirare gli obblighi più stringenti previsti per i giocattoli, soprattutto in materia di sostanze chimiche pericolose.

Le autorità tedesche hanno chiarito che, viste forma, materiali e uso prevedibile, questi prodotti devono essere considerati giocattoli a tutti gli effetti, e quindi sottoposti ai limiti europei sugli ftalati e sulle sostanze nocive.

Da salvagente 11-25

Written by Franco Rigosi