Numerosi utenti di servizi energetici, in particolare del gas, stanno ricevendo bollette dai costi esorbitanti, anzi assurdi, con effetti devastanti per l’economia familiare già precaria dati gli effetti dell’inflazione che continua ad aumentare, Non è possibile accettare bollette con costi di oltre tre euro al metro cubo consumato quando, per effetto della consistente riduzione del costo della materia prima rispetto al 2022 e alla prima parte del 2023 e nonostante il ripristino degli oneri di sistema e dell’Iva ordinaria, il costo per metro cubo è di circa un euro, già eccessivo per la natura e funzione del servizio.

Qualcuno dovrebbe spiegare agli utenti disorientati che le tariffe a prezzo fisso del gas sono un rischio perché il fornitore ha la possibilità di modificare le condizioni economiche unilateralmente se non profittevoli, senza il consenso dell’utente che ha la sola possibilità di cambiare il fornitore, ma che non ha alcun obbligo di ridurle se sono alte tre o più volte il costo corrente. l’Autorità di regolazione per energia reti ambiente (Arera) è la principale responsabile di questa paradossale anomalia, avendo introdotto, con l’articolo 13, nel Codice di condotta commerciale, da lei stessa predisposto, la possibilità per gli operatori di elettricità e gas di variare unilateralmente le condizioni economiche previste dal contratto. Il citato articolo 13 prevede, inoltre, che il fornitore debba comunicare all’utente la sua volontà di cambiare le condizioni economiche senza alcun riscontro di ricevimento della comunicazione da parte dell’utente, cioè con una raccomandata con ricevuta di ritorno o con una mail certificata.  Arera ha aggirato però l’ostacolo della necessaria prova di ricevimento della comunicazione da parte dell’utente inserendo un’espressione sibillina: “Fatta salva prova contraria, la comunicazione si presume ricevuta trascorsi dieci giorni dall’invio effettuato da parte del venditore”. Un capovolgimento dell’onere della prova che dovrebbe essere a carico di chi invia la comunicazione, al quale viene riconosciuta la semplice presunzione, e non all’utente che non sa che gli è stata inviata una comunicazione e, quindi, non può opporsi. L’utente se ne accorge solo quando gli arrivano bollette esorbitanti alle quali non può sottrarsi

il principale problema nella gestione dei servizi pubblici è Arera che non promuove la concorrenza, affranca regimi di monopolio naturale e crea posizioni dominanti, e non tutela gli utenti e consumatori, funzioni alla stessa attribuite dalla legge istitutiva. Meglio sopprimerla e affidare le sue funzioni all’Antitrust.

Da Altreconomia 3-24

Written by Franco Rigosi